darktears
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La pubblicità così come la conosciamo noi nasce nell'800 , l'esigenza sempre maggiore di promuovere un prodotto , un varietà o semplicemente un modo di vesstirsi e pettinarsi scatena la concorrenza tra le indusrie e da il via alla pubblicità. Se si analizza l'origine della parola in diverse lingue si scoprono modi di pensare diversi a riguardo: in lingua italiana deriva da "pubblico" ed assume quindi il semplice significato di "rendere noto" qualcosa che fin a quel momento non lo era ,il corrispondente inglese"advertising"dal verbo to advertise: avvertire privilegia il raggiungimento del destinatario del messaggio ovvero il consumere, il termine francese "réclame" (richiamo) evidenzia il richiamo del consumatore ad un'azione insito nel messaggio.
Un'altro particolare esempio della terminologia pubblicitaria può essere l'origine della parola Slogan :il termine deriva dallo scozzese SLIAGH-GAIRM, che in principio aveva il significato di "chiamata alle armi"poi "grido di guerra",difatti ogni clan aveva il suo Sluagh. Nell'Inghilterra del '700 il termine verrà trasformato in slogan, e passerà dall'indicare una sorta di insegna verbale di un partito politico al significato di "frase ad effetto della pubblicità". Nel '900, il termine si diffuse anche in Francia e successivamente, attorno al 1930, entrò in uso in Italia.
Nella seconda metà dell'800 i pubblicitari avevano a loro disposizione due canali importanti per lanciare i loro messaggi: i quotidiani ed i manifesti quest'ultimi erano spesso creazioni di grandi artisti ai quali i produttori si affidavano per dar lustro ai loro prodotti . Esempi meravigliosi dell'opera di un grande artista al servizio della pubblicità sono i manifesti di Henri de Toulouse-Lautrec per i grandi teatri o sale da ballo (Moulin Rouge , Divan Japonais ect) molti dopo di lui si sono lasciati tentare e sedurre dal mondo effimero della pubblicità ,arrivando ai giorni nostri basyta ricordare Warhol e Fellini.
Il primo video che reclamizzava un prodotto uscì a Parigi nel 1904 realizzato dai fratelli Lumiere per lo champagne Moet et Chandon .. gli inventori del cinematografo sono anche i primi registi di pubblicità.
Nella seconda metà dell'800 nascono le prime agenzie pubblicitarie oltreoceano l'americano Volney Palmer nel 1840 apre una semplice concessionaria, che acquistava in blocco spazi pubblicitari sui maggiori quotidiani per rivenderli ai suoi clienti, si inizia a vedere un mondo che va creando le basi del proprio impero pronto a dominare i secoli successivi. Dal 1860 le concessionarie iniziano ad offrire, per favorire l’acquisto degli spazi, anche la creazione del testo, l’impaginazione dell’annuncio e le illustrazioni.Nasce così un vero e proprio mestiere..il pubblicitario. Gli artisti vedono nella pubblicità un mezzo veloce di essere visti conosciuti e ben pagati.
Il messaggio pubblicitario s’ insinuerà anche all'interno delle trasmissioni radiofoniche e cinematografiche regalando al mondo pubblicitario le famose canzoni o jinjle che si’imprimono nella mente del consumatore rendendolo incapace di dimenticare tale prodotto!
Il marketing già presente nei primi '900, consisteva unicamente nel supportare le vendite con attività pubblicitarie e promozionali, presupponendo che qualsiasi prodotto avesse un mercato. Dopo la crisi del ’29 ci si rese conto che era la domanda, e non più la capacità produttiva degli impianti, a dover dettare legge sulle scelte commerciali della aziende. E i primi a capirlo furono proprio i pubblicitari rendendosi conto che bisognava creare un bisogno nel consumatore portandolo a desiderare di possedere tale oggetto/prodotto.
La pubblicità utilizza ogni volta un richiamo, un appello a sentimenti o istinti forti, saltando quella che è la riflessione. Le pubblicità piene di pin-up, o uomini bellissimi fanno appello ai nostri istinti non al nostro cervello razionale. Nel 1947 Georges Bernanos andava oltre in questa visione, affermando che i motori di scelta della pubblicità sono semplicemente i sette peccati capitali, per la ragione che è molto più facile appoggiarsi sui vizi dell'uomo che sui suoi bisogni.
Il messaggio doveva passare durare affascinare anche con prodotti che al giorno d'oggi non sarebbe possibile reclamizzare ad esempio :la campagna per la American Tobacco Company negli anni venti, per incitare le donne a fumare, consistette nell'associare visivamente in maniera costante la sigaretta e i diritti o la libertà della donna. Questa campagna fece aumentare le vendite a tal punto che la società Philip Morris riprese più tardi questa idea per gli uomini, e lanciò il famoso cow-boy della Marlboro.
Insomma ci troviamo di fronte ad un vero e proprio mostro così sedutivo da aver fatto breccia nei nostri animi almeno una volta.Gli artisti che si dedicano a rendere il mostro sempre più fascinoso sono davvero bravi dei piccoli demonieti che ascoltano le chiacchiere in autobus le parole lasciate cadere tra due amici in un bar..ci spiano e ricreano delle meravigliose sequenze dei nostri desideri lasciandoci increduli quando al supermercato sentiamo risuonarci in testa il jinjle dei quel prodotto e ci ritroviamo in cassa con il suddetto nel carrello!
Se vi trovate a Parigi ricordatevi che esiste un museo dedicato alla pubblicità e situato nell'ala sinistra del Louvre con accesso da Rue de Rivoli. Il Musée de la Publicité è stato istituito nel 1990 ed ingloba il fondo del precedente Musée de l’Affiche.
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Pubblicità artistiche
https://www.youtube.com/watch?v=yaBNjTtCxd4
Pubblicità impensabili ai giorni nostri :
http://ilperditempoblog.blogspot.it/2014/03/24-tremende-pubblicita-del-passato-che.html
«coloro che hanno in mano questo meccanismo [...] costituiscono [...] il vero potere esecutivo del paese. Noi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. [...] Sono loro che manovrano i fili.
Bernays
Pubblicità..un mostro fatto ad arte!
sabato 29 marzo 2014